martedì 12 aprile 2011

Diario di Gioco 113

Mi sembra di aver accennato al fatto che mi piace parlare dei giochi italiani, specialmente mi piace poterne parlare bene.
Costantinopolis rientre nella categoria, sia perché gioco italiano, sia perché posso parlarne bene.

In Costantinopolis ogni giocatore rappresenta un mercante che cerca di aumentare il suo prestigio all'interno della città di Costantinopoli (sorpresa!) onorando contratti di commercio, comprando e vendendo merci, facendo beneficienza e contribuendo alla costruzione delle mura.
Le meccaniche sono, se non semplicissime, nemmeno troppo complesse, necessitano di qualche turno per essere padroneggiate, ma se si ha un minimo di esperienza non è un problema. Se non si ha esperienza è necessario fare almeno un'altra partita.

Da Giocando 2011

Personalmente ho trovato il sistema piuttosto gradevole, sicuramente serve fare più partite per capirne appieno le potenzialità, anche se a una prima partita mi ha dato l'idea di un sistema piuttosto aperto, con diversi modi per vincere. La componentistica è molto buona, le scritte in latino sono una piacevole nota di colore che non influisce sul gioco.

A voler trovare un paio di difetti c'è forse una componente aleatoria nella gestione dei contratti, ed essendo questi uno dei principali modi di fare punti vittoria (se non il principale), e questo può influire negativamente sull'esperienza di gioco.

Ma il vero problema, se di problema si tratta, è un altro. Il gioco è un ottimo introduttivo al mondo dei giochi da tavolo, quindi se da un lato può esercitare un discreto fascino su giocatori di primo pelo dall'altro rischia di ottenere una risposta tiepida da parte di giocatori più stagionati a cui può ispirare una sensazione di "gia visto".

Da Giocando 2011

Ad ogni modo un titolo piuttosto piacevole, a cui conto di rigiocare a breve.

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