mercoledì 8 dicembre 2010

Diario di Gioco 77

Tanto per poter dire che i western non sono tutti americani, ho provato Dakota, di Piero Cioni. Che dire, una partita fatta in tre ci ha lasciato qualche perplessità. Il gioco si presenta molto bene, con una plancia ben fatta e forse un pò troppo grossa per quello che serve, una quantità di pedine risorse (otto diversi tipi!), di pedine ricchezza, e infine gli stand up che servono a far capire che costruzioni hai fatto, una pensata che spero applicheranno anche ad altri giochi.

Il gioco è di una semplicità disarmante, all'inizio scegli se fare il Colono o l'Indiano, questo determina quali risorse ti servono per fare le costruzioni (a tema anch'esse) e sopratutto per determinare le maggioranze. E qui c'è la parte migliore del gioco, praticamente a turno si piazzano i propri segnalini nelle varie aree con le risorse, la fazione con più segnalini vince e si divide le risorse, mentre l'altra non prende nulla. La cosa bella di questa fase è che oltre ai propri segnalini si possono mettere dei segnalini neutrali sia Coloni che Indiani, per cui è possibile per un Colono piazzare un segnalino Indiano per impedire a qualcuno di prendere risorse. C'è un Mercato per vendere le risorse e comprarne altre, e un sistema per cui le risorse si esauriscono e cambiano.

Aggiungete che il gioco dura un'oretta, forse anche meno quando tutti i giocatori conoscono le regole e dovreste avere un bel gioco.

Da Giocando 2010

Dico dovreste perché il gioco, almeno giocato in tre, non mi ha convinto molto. Giocando come unico indiano ho avuto per tutta la partita la sensazione che potessero bloccare ogni mia mossa, sensazione sbagliata visto che alla fine ho pure vinto, ma è stata cmq una sensazione sgradevole. Quello che però mi ha lasciato perplesso è stato il fatto che le scelte di dove piazzare le pedine, sia proprie che neutrali, è stata molto spesso evidente o inutile... tanto che almeno la metà delle volte piazzare i neutrali è stato ininfluente.
Le condizioni di vittoria poi mi sono sembrate troppo limitate, fai punti costruendo gli edifici o i totem, e se li fai tutti hai 13 punti, dopodiché puoi comprare punti al mercato. 

Quindi hai una cosa da fare per vicere, e sai esattamente come farla.
Insomma un gioco che ora come ora in tre non riproverei, magari in quattro o cinque cambia completamente, ma ora come ora l'impressione è che ci sia una gran bella idea di fondo, a cui manca qualcosa per esprimersi al meglio.

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